Ciao lettori 💜
Pensavo davvero di riuscire a pubblicare prima questa recensione, invece mi sono fermata un attimo per capire come gestire blog, profilo Instagram e... la mia vita. Si perché io adoro il mio blog ma mi rendo conto che non ho più la visibilità di prima e per aver un buon riscontro devo usare Instagram. Solo che devo trovare l'ispirazione per le foto e i contenuti. Insomma, ora sapete quando sia difficile avere un blog con tutti i profili annessi 🙈Il post di oggi è una recensione di un romanzo che volevo leggere da tantissssssimo tempo. Mi ha delusa? Nì, diciamo che forse mi aspettavo di più. Ma non vi anticipo altro, potete trovare il mio pensiero sotto i dati del romanzo.
⋐ La buia discesa di Elizabeth Frankenstein
di Kiersten White ⋑
SERIE: AUTOCONCLUSIVO ▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫ GENERE: RETELLING ▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫▪▫ |
Autore: Kiersten White
Editore: HarperCollins
Prezzo: 16.90€
data di uscita: 11 Ottobre 2018
Voto:
TRAMA:
La piccola Elizabeth Lavenza non mangiava un pasto decente da giorni e le sue braccia erano coperte di lividi quando il giudice Frankenstein l'ha portata via dall'orfanotrofio e da una vita di maltrattamenti perché diventasse la compagna di giochi di suo figlio Victor, un ragazzino cupo e solitario che aveva tutto, tranne che un amico. Victor era la sua salvezza, l'occasione per sottrarsi alla miseria, e da quel giorno Elizabeth, decisa a non lasciarsi sfuggire l'opportunità di cambiare in meglio la propria esistenza, ha fatto tutto ciò che era in suo potere per rendersi indispensabile. E ci è riuscita: la famiglia Frankenstein l'ha accolta, le ha dato una casa, un letto caldo in cui dormire, buon cibo e vestiti bellissimi. Lei e Victor sono diventati inseparabili. Ma quella nuova, meravigliosa vita ha un prezzo. Con il passare degli anni, Elizabeth ha dovuto imparare a convivere con il temperamento violento di Victor, ad accontentare ogni suo capriccio, ad assecondarlo nei suoi vizi. Perché dietro gli occhioni azzurri e il sorriso dolce si nasconde in realtà il cuore calcolatore di una giovane donna decisa a sopravvivere a qualunque costo... anche quando il mondo che credeva di conoscere sprofonda nelle tenebre.
Recensione
Vi faccio una confessione: non ho mai letto Frankenstein di Mary Shelley. Ho letto la sua autobiografia (Mary e il mostro di Lita Judge, dove vi rimando alla recensione) però non la sua opera, cosa che penso di recuperare appena posso.
Volevo leggere questo romanzo fin dalla sua uscita, ma non so il motivo per il quale non l'abbia subito acquistato e perché abbia finito con il far passare due anni e prenderlo in prestito su MLOL. Sesto senso? Dite che qualche volta funziona? Perché di sicuro questo è uno di quei casi. Non è che sia un libro malaccio, le basi, le ambientazioni, persino i personaggi inseriti hanno un ruolo che si sposa all'interno della storia tuttavia è lo svolgimento che proprio non mi ha convinta appieno.
Elizabeth era una bambina quando la famiglia Frankenstein l'ha accolta in casa sua per essere amica del loro figlio Viktor. In lei si percepisce la voglia di riscattarsi da una vita di fame e privazioni e il forte desiderio di piacere a quel bambino. Ed è da quel momento che si costruirà un castello fatto di bugie, tradimenti, falsi sorrisi, solo per assicurarsi l'affetto eterno di Viktor. Il suo sarà un impegno costante perché proteggere Viktor da se stesso e da gli altri non sarà una missione semplice. E fin qui per me il suo personaggio ha funzionato. E' normale in un epoca in cui le donne non potevano fare niente senza la presenza di un uomo - fatto ribadito anche all'interno della storia - che Elizabeth sia così decisa ad averlo per assicurarsi che il suo futuro non sia in mezzo ad una strada. Apprezzo anche la consapevolezza della sua crisi di identità, senza distinguere l'Elizabeth di Viktor da quella senza di lui. Però. Però. Una persona come lei che di sicuro non manca di intelligenza non può impuntarsi in una idea che si è fatta quando i fatti parlano di tutt'altro. Ciao, mi chiamo Dialogo e preferisco starmene in un angolo perché non servo a nulla. Meglio stare zitti e vivere di illusioni invece di parlare con il diretto interessato. Certo alla fine collega i punti, però, che sofferenza!
Discorso a parte lo faccio con Viktor. Se l'intenzione della White era di creare un personaggio creepy c'è riuscita alla grande. Fin dalla tenera età Viktor non è un bambino come gli altri. Il suo desiderio di conoscenza per scoprire come funzionano le cose - in particolare il corpo umano - ha finito con l'ossessionarlo, spingendolo a leggere quanti più libri possibili per accrescere il suo sapere. Una mente brillante ma di proprietà di una persona incapace di provare sentimenti. Solo in Elizabeth ha trovato la sua metà, l'unica che può comprendere il suo genio. Più si legge e più la sua follia prende forma, perché niente lo ostacolerà dal suo grande amore, neanche... la morte. Peccato che la sua conclusione sia stata davvero deludente. Appena ho finito di leggere ero come Matteo Renzi, first reaction: shock! Ma scusate, ma che roba è?! Sembra che l'autrice arrivata alla resa dei conti abbia deciso che la conclusione doveva essere rapida quindi facciamo che i personaggi siano in tal luogo e diamo un taglio netto a tutto, il più velocemente possibile. Che profonda delusione!
Le ambientazioni erano azzeccate, nella città di Ingolstadt si percepiva un'atmosfera cupa, con le sue strade solitarie e anche la villa dei Frankenstein isolata dal resto della città riusciva a regalarti un senso di inquietudine e mistero. Nonostante tutto si legge bene, scritto in prima persona (anche se per questo genere di storie credo sia più adatta la terza) però non ci sono colpi di scena, certo alcune scelte narrative non me le aspettavo ma queste non le identificherei proprio come plot twist. Il lettore arrivato a metà lettura sapeva già tutto, più che altro si continua per sapere come si risolve la storia. Anche gli altri personaggi non mi sono dispiaciuti, peccato per Adam che ha un ruolo davvero marginale! Secondo me andava esplorato meglio e non utilizzarlo come carta jolly al momento adatto della storia.
Io sono indecisa nei riguardi di questo libro. Tu pensi che potrebbe piacermi?
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