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lunedì 6 luglio 2020

✎Recensione ▫ La città di ottone di S. A. Chakraborty

Ciao lettori 💫
Questo caldo mi sta uccidendo. Non sono una grande amante dell'estate, non sopporto di sudare. Comunque, oggi vi lascio la recensione di un romanzo molto chiacchierato, che da noi ha letteralmente spopolato! Vediamo insieme cosa ne penso:

⋐ La città di ottone di S. A. Chakraborty ⋑
SERIE: THE DAEVABAD TRILOGY #1
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GENERE: FANTASY 
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OMAGGIO DA PARTE DELLA CASA EDITRICE
titolo: La città di ottone
Autore: S. A. Chakraborty
Editore: Oscar Vault
Prezzo: 22.00€
data di uscita: 16 Giugno 2020
Voto:
TRAMA:
EGITTO, XVIII SECOLO. Nahri non ha mai creduto davvero nella magia, anche se millanta poteri straordinari, legge il destino scritto nelle mani, sostiene di essere un’abile guaritrice e di saper condurre l’antico rito della zar. Ma è solo una piccola truffatrice di talento: i suoi sono tutti giochetti per spillare soldi ai nobili ottomani, un modo come un altro per sbarcare il lunario in attesa di tempi migliori. Quando però la sua strada si incrocia accidentalmente con quella di Dara, un misterioso jinn guerriero, la ragazza deve rivedere le sue convinzioni. Costretta a fuggire dal Cairo, insieme a Dara attraversa sabbie calde e spazzate dal vento che pullulano di creature di fuoco, fiumi in cui dormono i mitici marid, rovine di città un tempo maestose e montagne popolate di uccelli rapaci che non sono ciò che sembrano. Oltre tutto ciò si trova Daevabad, la leggendaria città di ottone. Nahri non lo sa ancora, ma il suo destino è indissolubilmente legato a quello di Daevabad, una città in cui, all’interno di mura metalliche intrise di incantesimi, il sangue può essere pericoloso come la più potente magia. Dietro le Porte delle sei tribù di jinn, vecchi risentimenti ribollono in profondità e attendono solo di poter emergere. L’arrivo di Nahri in questo mondo rischia di scatenare una guerra che era stata tenuta a freno per molti secoli.


Recensione
La città di ottone era una romanzo con grandi, grandissime potenzialità, una storia che parla di mitologia araba, un mondo nascosto ricco di creature potenti, dove regna un clima di oppressione e discriminazione, di conquiste e sconfitte eppure... eppure non sono riuscita a dargli il voto massimo.
Sinceramente non so da dove cominciare, forse dalla narrazione? Perché è lenta. Lentissima. Non solo sembra non succeda mai nulla di significante ma ci sono troppe, troppe descrizioni inutili e termini in arabo che ti lasciano confusa. E non importa se tu mi lasci il glossario a fine romanzo, perché un lettore non può prendere il romanzo e fare avanti e indietro con il libro per scoprire il significato, o come me che leggendo in pdf ha dovuto cercare i termini su Google. Anche la trama ne ha sofferto, ho fatto molta fatica ad entrare nel world-building, con le varie tribù, il passato dei jinn, la magia. E' un mondo ricco di dettagli e ho iniziato ad avere una visione più limpida solo verso la fine che coincideva anche con una narrazione più ritmata, infatti le ultime pagine sono state quelle che mi hanno fatto rivalutare la storia.
I personaggi. Nahri, la protagonista e la prima delle voci narranti, si presenta bene. Lei è una sopravvissuta, non si fa problemi a raggirare i suoi clienti per poi derubarli. Ha un dono, riesce a percepire se sei malato e anche a curare se stessa e gli altri. Per questo sfrutta questa sua abilità per sopravvivere tra le strade del Cario, essendo sola e senza famiglia, deve provvedere con le sue sole forze. Sarebbe stata un gran personaggio se non avesse incontrato Dara, il daeva guerriero richiamato erroneamente durante un rituale. Ed ecco a voi l'instalove. I due si amano, basta un gioco di sguardi e si desiderano. Lui la protegge, lei ne è quasi succube, un amore che per me non ha una base solida. E poi Dara, io ci ho provato a farmelo piacere ma è irritante. Possessivo, ossessivo, irascibile. Trascina la povera Nahri in mezzo al deserto, la porta a Daevabad, la patria dei Nahid e di cui lui dice sia una loro discendente e poi decide della sua vita come se lei non avesse voce in capitolo. E no, non importa se fai il pesce innamorato con gli occhi da triglia quando la guardi, la costringi comunque a fare quello che vuoi tu. E pensare che c'erano tutte le carte in regola per farmelo piacere: un personaggio tormentato dai demoni del suo passato, dalla ferocia delle sue azioni e dal senso di colpa che ne è derivato. Per fortuna Nahri si riprende sulle battute finali, con quella scaltrezza che solo una che ha vissuto per strada possiede. Passiamo al principe Ali, che secondo me è quello costruito meglio e seconda voce narrante del romanzo. Apprezzo che metta in discussione il regno del padre, che sia l'unico a preoccuparsi delle sorti degli shafit -mezzi umani e mezzi jinn-, e della sua tempra morale. Nonostante sotto l'occhio del padre poi diventi un condannato al patibolo terrorizzato dalle conseguenze delle sue azioni. Apprezzo il suo amore per il fratello (che nonostante si chiama Muthandir io continuavo a chiamare Mutanda, perché dai, il suo cervello è lì) e di come si preoccupi di non deluderlo. Sebbene Ali e Nahri si avvicinano per questioni puramente politiche, quella che nasce è una vera amicizia. Anche gli altri hanno un buon background, come Ghassan, il Re Geziri, che è quel personaggio che ti suscita all'inizio emozioni contrastanti, un minuto prima pensi sia un personaggio saggio, poi vuoi trascinarlo in fondo al mare con la roccia più pesa che riesci a trovare.
Il romanzo vede come il fulcro della sua storia un certo tipo di fanatismo religioso e disprezzo tra le tribù. Questo odio è quasi palpabile, ognuna si sente superiore all'altra ed è per questo che l'arrivo di Nahri cambierà le carte in tavola dando ai Daeva una luce di speranza, un'opportunità per tornare ai vertici di comando e riconquistare lo status di tribù dominante.
Come vi ho già anticipato solo sul finale la storia prende un ritmo più avvincente, non solo perché finalmente c'è un po' di azione (e quello che ne consegue sarà devastante e sconvolgerà la vita dei protagonisti) ma sopratutto perché, così, dal nulla, viene sganciata una bomba e tu stai lì a fissare il Kindle e iniziare a fare congetture, anche se più ci pensi e più diventa tutto troppo ingarbugliato che ritorni ai tempi di Pretty Little Liars (e speriamo che non finisca uguale). Nel corso della lettura alcuni misteri verranno confessati, altri si accumulano a quelli già esistenti lasciando al lettore l'unica scelta di proseguire con la serie.
In conclusione, è un romanzo con i suoi difetti, un inizio un po' traballante ma che per fortuna riesce a riprendersi sul termine. Mi sento comunque di consigliarlo, anzi, vi consiglio di visitare questa pagina durante il corso della lettura che sicuramente vi aiuterà ad avere una visione migliore (l'avessi vista prima avrei avuto le idee chiare fin da subito!).

3 commenti:

  1. Ma sai che penso questa sia la prima recensione che vedo sotto le 4 stelle di questo libro?

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  2. Uhm...Non so mica se voglio leggerlo veh.. Grazie comunque della recensione

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  3. Ciao, ti ho scoperta da Instagram!
    Sono contenta di aver letto la tua recensione perché ho sentito parlare solo bene di questo libro, cosa che mi incute sempre un pò di timore perché poi finisco per essere la pecora nera a cui non è piaciuto poi molto. XD

    Lo leggerò comunque perché lo avevo già adocchiato prima che venisse tradotto da noi e poi l'ho già comprato. :P

    Anche io ho un piccolo angolino librosi, se ti va fai un salto. ❤

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