Buonasera lettori 🌠
Questa recensione doveva andare online un sacco di tempo fa ma purtroppo non sono riuscita a rispettare la tabella di marcia. Sarò sincera, ultimamente me ne stanno succedendo di ogni: computer in assistenza, amicizie che vanno a puttane, colloqui di lavoro non superati, episodi di emicranie e se vado avanti questo post diventa deprimente. Diciamo che non è il mio periodo fortunato. Comunque, cosa c'è di meglio se non pubblicare una recensione positiva?! E quindi eccola qui tutta per voi!
Questa recensione doveva andare online un sacco di tempo fa ma purtroppo non sono riuscita a rispettare la tabella di marcia. Sarò sincera, ultimamente me ne stanno succedendo di ogni: computer in assistenza, amicizie che vanno a puttane, colloqui di lavoro non superati, episodi di emicranie e se vado avanti questo post diventa deprimente. Diciamo che non è il mio periodo fortunato. Comunque, cosa c'è di meglio se non pubblicare una recensione positiva?! E quindi eccola qui tutta per voi!
⋐ Figli di sangue e ossa di Tomi Adeyemi ⋑
titolo: Figli di sangue di ossaAutore: Tomi Adeyemi
Editore: Rizzoli
Prezzo: 18.00
data di uscita: 2 Ottobre 2018
Voto:
TRAMA:
Un tempo i maji, dalla pelle d'ebano e i capelli candidi, erano una stirpe venerata nelle lussureggianti terre di Orisha. Ma non appena il loro legame con gli dei si spezzò e la magia scomparve, lo spietato re Saran ne approfittò per trucidarli. Zélie, che non dimentica la notte in cui vide le guardie di palazzo impiccare sua madre a un albero del giardino, ora sente giunto il momento di rivendicare l'eredità degli antenati. Al suo fianco c'è il fratello Tzain, pronto a tutto pur di proteggerla, e quando la loro strada incrocia quella dei figli del re si produce una strana alchimia tra loro. Ha inizio così un viaggio epico per cercare di riconquistare la magia, traverso una terra stupefacente e pericolosa, dove si aggirano le leopardere delle nevi e dove gli spiriti vendicatori sono in agguato nell'acqua. Un'esperienza umana che non risparmia nessuno, in un turbine di amore e tradimento, violenza e coraggio. Nella speranza di ridare voce a un popolo che era stato messo a tacere.
Recensione
Figli di sangue e ossa è una nuova serie fantasy che ha fatto innamorare milioni di lettori, un romanzo che si ispira alla mitologia yoruba, dove la magia rappresenta il perno centrale della storia.
Per primo voglio parlarvi del world-building che ho trovato assolutamente intrigante e ben costruito. Ci troviamo ad Orïsha, un regno dove la magia è improvvisamente scomparsa dalle sue terre interrompendo bruscamente la connessione con i propri Dei. Dopo il Raid che ha visto crudelmente uccisi i Maji ormai privi del loro potere, vede i loro figli undici anni dopo trattati come schiavi, visti con odio e sospetto e emarginati della società. Fin dalle prime pagine è evidente questa ostilità nei confronti degli indovini: ormai privi dei loro poteri sono considerati come feccia, subissati dalle tasse vengono costretti a fare i lavori più ignobili o ad uccidersi a vicenda tramite un gioco crudele per la propria libertà.
Il romanzo vede come voci narranti la giovane Zélie, un'indovina a cui è stata barbaramente uccisa la madre e i due giovani figli del Re Saran: Inan, che cerca disperatamente l'approvazione del padre e che non ha mai messo in dubbio le sue parole per la protezione del regno e Amari che fin da piccola ha sofferto per il duro addestramento del padre. Sicuramente quello che mi è piaciuto di più come personaggio è Zélie che non ha timore a mostrare la sua forza e fragilità. Testarda e con la tendenza a mettersi nei guai accompagnata ad una lingua assai tagliente, rappresenta la speranza per ristabilire la magia, desiderando che riesca a mettere a tacere la paura. Dall'altra parte abbiamo la principessa, Amari, che ammetto ho trovato inutile fino a 3/4 del libro. Un peso morto che doveva essere costantemente salvato anche se era un po' una contraddizione visto che aveva le capacità per farlo da sola. Però quando alla fine ha aperto gli occhi e ha lasciato che la verità e il senso di giustizia venisse a galla ho cominciato ad ammirarla e ad apprezzare meglio il suo rapporto con Zélie. Con Inan ho avuto un rapporto conflittuale. Capivo perché non riuscisse ad accettare i maji, con l'influenza negativa del padre il suo terrore era legittimo, ma la sua ostinazione a credere che la magia fosse il male dopo un po' stancava.
Il romance non mi ha convinto. E' stato costruito velocemente e sulla base del nulla. Non sono una grande amante degli instalove e questo ne è l'esempio lampante. Due personaggi che fino a prima si odiavano e volevano uccidersi e poi d'improvviso si saltano addosso. E state parlando con una persona che ama il rapporto di odio/amore, ma qui non ha avuto un minimo di sviluppo, trasporto emotivo, li ho trovati male assortiti e a dirla tutta, io penso che Zélie dovrebbe stare con qualcun altro.
Lo stile narrativo dell'autrice non mi ha convinta al 100%. Per gran parte è stato assolutamente avvincente, la Adeyemi non ci ha risparmiato niente, si percepiva la tensione per le sorte dei personaggi, la brutalità di come venissero trattati gli indovini ma dall'altra determinate scene le ho trovate inutili ai fini della trama e rallentavano la lettura. Avrei preferito anche l'aggiunta di una traduzione della lingua yoruba e di alcuni termini del folklore africano in fondo alla pagina così da aiutarmi meglio nella comprensione del testo.
Il finale mi ha lasciata senza parole, quel cliffhanger è stato insuperabile, una scelta così azzeccata da lasciarti con mille teorie e zero risposte alimentando così la curiosità dei lettori e aspettando con impazienza il prossimo volume!
Per primo voglio parlarvi del world-building che ho trovato assolutamente intrigante e ben costruito. Ci troviamo ad Orïsha, un regno dove la magia è improvvisamente scomparsa dalle sue terre interrompendo bruscamente la connessione con i propri Dei. Dopo il Raid che ha visto crudelmente uccisi i Maji ormai privi del loro potere, vede i loro figli undici anni dopo trattati come schiavi, visti con odio e sospetto e emarginati della società. Fin dalle prime pagine è evidente questa ostilità nei confronti degli indovini: ormai privi dei loro poteri sono considerati come feccia, subissati dalle tasse vengono costretti a fare i lavori più ignobili o ad uccidersi a vicenda tramite un gioco crudele per la propria libertà.
Il romanzo vede come voci narranti la giovane Zélie, un'indovina a cui è stata barbaramente uccisa la madre e i due giovani figli del Re Saran: Inan, che cerca disperatamente l'approvazione del padre e che non ha mai messo in dubbio le sue parole per la protezione del regno e Amari che fin da piccola ha sofferto per il duro addestramento del padre. Sicuramente quello che mi è piaciuto di più come personaggio è Zélie che non ha timore a mostrare la sua forza e fragilità. Testarda e con la tendenza a mettersi nei guai accompagnata ad una lingua assai tagliente, rappresenta la speranza per ristabilire la magia, desiderando che riesca a mettere a tacere la paura. Dall'altra parte abbiamo la principessa, Amari, che ammetto ho trovato inutile fino a 3/4 del libro. Un peso morto che doveva essere costantemente salvato anche se era un po' una contraddizione visto che aveva le capacità per farlo da sola. Però quando alla fine ha aperto gli occhi e ha lasciato che la verità e il senso di giustizia venisse a galla ho cominciato ad ammirarla e ad apprezzare meglio il suo rapporto con Zélie. Con Inan ho avuto un rapporto conflittuale. Capivo perché non riuscisse ad accettare i maji, con l'influenza negativa del padre il suo terrore era legittimo, ma la sua ostinazione a credere che la magia fosse il male dopo un po' stancava.
Il romance non mi ha convinto. E' stato costruito velocemente e sulla base del nulla. Non sono una grande amante degli instalove e questo ne è l'esempio lampante. Due personaggi che fino a prima si odiavano e volevano uccidersi e poi d'improvviso si saltano addosso. E state parlando con una persona che ama il rapporto di odio/amore, ma qui non ha avuto un minimo di sviluppo, trasporto emotivo, li ho trovati male assortiti e a dirla tutta, io penso che Zélie dovrebbe stare con qualcun altro.
Lo stile narrativo dell'autrice non mi ha convinta al 100%. Per gran parte è stato assolutamente avvincente, la Adeyemi non ci ha risparmiato niente, si percepiva la tensione per le sorte dei personaggi, la brutalità di come venissero trattati gli indovini ma dall'altra determinate scene le ho trovate inutili ai fini della trama e rallentavano la lettura. Avrei preferito anche l'aggiunta di una traduzione della lingua yoruba e di alcuni termini del folklore africano in fondo alla pagina così da aiutarmi meglio nella comprensione del testo.
Il finale mi ha lasciata senza parole, quel cliffhanger è stato insuperabile, una scelta così azzeccata da lasciarti con mille teorie e zero risposte alimentando così la curiosità dei lettori e aspettando con impazienza il prossimo volume!
Mi spiace non ti abbia convinto. Io non l'ho ancora letto ma conto di farlo presto.
RispondiEliminaNo. L'instalove poteva benissimo essere risparmiato! u.u
RispondiEliminaCiao, non conosco la serie e ti ringrazio per avermela fatta conoscere; ottima recensione
RispondiEliminaPer quanto riguarda certi aspetti la penso come te, solo alcune cose non mi hanno dato troppo fastidio, eccetto l'instalove.
RispondiEliminal'instalove noooooooooooooooooo
RispondiEliminaNon lo conosco... però sono curiosa di leggerlo.
RispondiEliminaContinuo ad essere in dubbio...se poi ci aggiungiamo l'instalove, ciaone!
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